„(…) In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato(…)Voi, il popolo, avete la forza di creare la macchina, la forza di creare la felicità, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. “
Charlie Chaplin
Dieci anni fa nella mia vita ha cominciato a entrare la parola «servizio». Ricordo che io e il mio gruppo, ragazzi di sedici anni come me, guidati da un uomo e una donna più grandi e con maggiori esperienze, decidemmo di servire il pranzo domenicale in un centro per senza fissa dimora. E’ stato faticoso? Sì. Per cominciare la sveglia suonò di buon mattino anche quella domenica. Ci hanno pagato? No. Ci è piaciuto? Sì, tanto. Lo rifarei? Certamente sì. Siamo stati pronti a dare una mano perché è partendo dal basso, con piccole azioni, che possiamo cominciare a cambiare ciò che non ci piace della realtà in cui viviamo. Si incide sulla POLITICA (badate bene, non è una brutta parola!) di una città e di un paese grazie soprattutto alle piccole azioni di chiunque appartenga alla comunità; D’altronde la parola POLITICA deriva dalla parola greca POLIS che significa appunto comunità.
Servire significa offrire le proprie conoscenze, ciò che sappiamo fare, la nostra personalità e la nostra intelligenza alla comunità in cui, nel momento contingente, facciamo parte.
Per compiere un buon servizio è necessario, però, essere predisposti ad ascoltare e a conoscere, innanzitutto, qualsiasi cosa di cui siamo all’oscuro. Ci sono diversi modi di apprendere le cose: senza dubbio, in primo luogo vi è la scuola, ma non sono sui banchi di scuola si apprendono cose nuove. Le discussioni aperte, realizzate nelle organizzazioni di volontariato da ragazzi che hanno qualche anno in più di sedici e che provengono da altri paesi possono essere un buon modo per confrontarsi e per iniziare a preparare quel CAMBIAMENTO che molti si aspettano per il futuro.
Per fare solo un esempio, venerdì scorso avremmo voluto discutere con voi, a quattr’occhi, di un’iniziativa dell’Onu, Gli otto obiettivi del millennio, cominciata ufficialmente nel settembre del 2000 e che ha come obiettivo finale il raggiungimento per il 2015 dei seguenti risultati:
1. Sradicare la povertà estrema e la fame.
2. Rendere universale l’istruzione primaria.
3. Promuovere la parità dei sessi e l’autonomia della donne
4. Ridurre la mortalità infantile.
5. Migliorare la salute materna.
6. Combattere l’HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie.
7. Garantire la sostenibilità ambientale.
8. Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.
E’ un’iniziativa nobile, peccato però che presenti delle lacune: in primis il fatto che pochissime persone conoscano effettivamente questa iniziativa e le attività che sono state avviate finora per raggiungere tali obiettivi.
Il progetto Linking generations di cui facciamo parte si inserisce all’interno del programma europeo Youth in action, il quale rientra tra gli strumenti da utilizzare per la realizzazione di questa iniziativa. Per questo motivo è stato inserito questo argomento tra le discussioni aperte con i volontari locali di Braila.
Per evitare che questa iniziativa finisca come un altro, l’ennesimo, castello di sabbia infranto dalla prima intemperia, è estremamente importante prima di tutto informare e provare a collaborare al fine di realizzare qualche evento o qualche attività che porti realmente, passo dopo passo, più vicini a tali mete.
In Italia ogni anno viene realizzato il Festival della Canzone Italiana, con un ingente utilizzo di risorse umane ed economiche. Nel 1987 la canzone che vinse questo concorso canoro fu Si può dare di più. Il testo della canzone rappresenta l’esortazione a unirsi affinché si realizzi un miglioramento personale e collettivo. Riuscire a realizzare un mondo più equo e più felice non è solo un’utopia irrealizzabile, ma un dovere che abbiamo per il futuro dei prossimi cittadini di questo mondo. E solo attraverso l’impegno e la partecipazione di tutti possiamo riuscirci.
Possiamo provare a volgere lo sguardo ai cartoon della Pixar: Woody e Buzz, Flick, Mike e Sullivan, Nemo e Dory, Mr Incredible e Elastic Girl, Saetta Mc Queen, Remì e Linguini, Wall-E e Eve, Carl e Russell sono i ‘cittadini’ di un mondo in cui l’incontro verso l’Altro e la sua relativa accettazione è condizione essenziale per il progresso economico e produttivo dell’intera umanità. Attraverso gli sforzi di ciascuno di noi potremo effettivamente far diventare realtà questo sogno, trasferendolo dai testi delle canzoni e dai cartoon nella vita quotidiana di ogni essere vivente!
Alessia, Volontaria Evs